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Cronache
Migranti, Enac blocca voli Ong. Albania, slitta l'apertura dei centri
Giorgia Meloni e i migranti

Migranti, Enac blocca voli Ong. Sea Watch: "Non ci fermeremo"

Arrivano le reazioni delle Ong all'ordinanza con cui l'Enac, Ente nazionale per l'aviazione civile, decreta "l'interdizione all'operatività dei velivoli e delle imbarcazioni Ong sullo scenario del Mediterraneo centrale". La portavoce di Sea Watch, Giorgia Linardi, parla di "uno strumento di pura propaganda elettorale in vista delle elezioni europee e che arriva, non a caso, nello stesso giorno della visita di Meloni in Libia e pochi giorni dopo l'incontro del ministro Piantedosi con le autorità tunisine e algerine nel tentativo di bloccare gli arrivi dei migranti verso l'Italia durante la campagna elettorale".

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Un documento davanti al quale Sea Watch promette battaglia e che comunque non fermerà l'azione del velivolo Sea Bird fondamentale nel segnalare imbarcazioni in difficoltà ma anche per mostrare, con foto e video, quello che accade nel Mediterraneo. "Noi continueremo le nostre operazioni di volo - afferma Linardi - e abbiamo seri dubbi rispetto alla legittimità di un documento pubblicato dall'Enac e che va a imporre il monopolio di Stato sul soccorso in mare, assolutamente in contrasto con il diritto internazionale che noi invece rispettiamo attraverso le nostre operazioni di monitoraggio". Per la Ong l'obiettivo è chiaro: "Si tratta di un altro tentativo di cercare di bendare gli occhi della società civile in mare che ovviamente cercheremo di contrastare, come abbiamo sempre fatto, perché ne abbiamo pieno diritto e perché ce lo impone il diritto internazionale" conclude Linardi.

Per Sos Mediterranee l'ordinanza dell'Enac "è un altro provvedimento che discrimina il soccorso in mare e che vuole svuotare il Mediterraneo". La Ong ha dato mandato ai suoi legali per analizzare il provvedimento ma su quale sia l'obiettivo ha pochi dubbi. "E' un'ordinanza votata a svuotare ancora di più il Mediterraneo da mezzi e da assetti che sono fondamentali per la ricerca e il soccorso - aggiunge il portavoce Francesco Creazzo - e questo è grave perché indebolisce la capacità di soccorso che è un obbligo legale".

Centri migranti in Albania, slitta l'apertura del 20 maggio

E intanto slitta l'apertura dei centri in Albania, che era programmata per il 20 maggio, secondo quanto si apprende. Il genio militare italiano che sta lavorando sui siti di Shengjin e Gjader, in base all'accordo tra Roma e Tirana, non ha ancora ultimato l'allestimento delle strutture. Era l'avviso emesso nel marzo scorso dalla prefettura di Roma per l'affidamento dei servizi di accoglienza a stabilire l'operatività degli stessi "non oltre il 20 maggio 2024".    L'avvio avrebbe dovuto essere confermato dal ministero dell'Interno con un preavviso di 15 giorni. Intanto, l'appalto per la gestione delle strutture per 24 mesi se lo è aggiudicato la cooperativa Medihospes con un'offerta di 133,8 milioni di euro.   

 

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