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Cronache
Scuola, è 'morto' il corsivo. Il ministro Valditara: "Scelta sbagliata"
Giuseppe Valditara

Valditara: "Ho capito che in qualche scuola ormai il corsivo non si insegna più e questo credo che sia qualcosa di negativo”

 

Il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha espresso le sue opinioni sul futuro della scuola italiana durante un intervento a Milano. Le sue parole, che spaziano dal ritorno alla scrittura in corsivo all’importanza del libro cartaceo, passando per una critica all’uso eccessivo dei cellulari, hanno suscitato un ampio dibattito.

Valditara - si legge sul sito internet www.orizzontescuola.it - si è detto preoccupato dal fatto che molti studenti, persino in sede di esame di avvocato, scrivano in stampatello, sintomo del fatto che il corsivo non viene più insegnato in alcune scuole: “Sono rimasto molto colpito che in un esame di avvocato molti studenti scrivevano in stampatello e questo mi ha lasciato un po’ perplesso. Parlando anche con alcuni docenti ho capito che in qualche scuola ormai il corsivo non si insegna più e questo credo che sia qualcosa di negativo”.

Per il ministro, il corsivo e il libro cartaceo sono strumenti fondamentali per lo sviluppo della fantasia, della concentrazione e del pensiero critico, a differenza del web e dei dispositivi digitali che, pur importanti, possono portare alla distrazione e alla dispersione.

Il ministro ha espresso una posizione molto critica nei confronti dell’uso dei cellulari da parte dei bambini, citando studi che ne dimostrano gli effetti negativi sulla concentrazione, la creatività e la salute mentale. L’immagine di un bambino placato dal cellulare al ristorante è stata usata come esempio di una dipendenza preoccupante che va combattuta.

Valditara ha chiarito la sua posizione sulla valutazione, sottolineando che non intende abolire la valutazione analitica, ma semplificarla per renderla più comprensibile ai genitori e agli studenti. L’obiettivo è quello di fornire un quadro chiaro dei progressi, dei ritardi e dei talenti di ogni studente, senza ricorrere a formule complesse e poco chiare.

Il concetto di merito è stato al centro dell’intervento del ministro, che ha precisato la sua visione: il merito non è raggiungere l’eccellenza a tutti i costi, ma dare il meglio di sé, valorizzando i propri talenti individuali. Per Valditara, ogni studente possiede abilità uniche che la scuola deve individuare e far crescere, offrendo percorsi personalizzati che permettano a tutti di raggiungere il proprio massimo potenziale.

Le parole di Valditara hanno acceso il dibattito sulla scuola del futuro. Da un lato, c’è chi vede nelle sue proposte un ritorno a un passato idealizzato, dall’altro chi apprezza l’attenzione per la formazione di base e la valorizzazione del singolo. Resta da vedere come queste idee si tradurranno in pratica e quale sarà il loro impatto sul sistema educativo italiano.

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