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Bonus affitto 2023: le novità

Il bonus affitto 2023 è una misura di sostegno economico per i giovani che hanno difficoltà nel pagare l'affitto della propria abitazione. Si distingue da un altro bonus simile, che invece si rivolge anche alle famiglie e che è stata introdotta dal Governo italiano per dare un aiuto a coloro che si trovano in difficoltà.

Iniziative di questo tipo cercano di dare un sostegno alle famiglie e ai cittadini italiani alle prese con problemi di liquidità dopo anni di crisi, tra la pandemia Covid e l'inflazione scaturita a causa dell'innalzamento dei costi dei carburanti, frutto a sua volta della crisi energetica derivata dallo scoppio della guerra in Ucraina. In particolare, il bonus affitto consiste in un contributo mensile per il pagamento dell'affitto, con un importo massimo stabilito e determinati requisiti per poter accedere a tale misura.

Un sostegno davvero importante, ancora di salvataggio per tutti quei ragazzi che hanno difficoltà nel pagare l'affitto della propria abitazione. Il bonus affitto è stato introdotto proprio per aiutarli ad affrontare le difficoltà economiche, sostenendo in questo modo il diritto alla casa. In questo modo si può aiutare a prevenire situazioni di fragilità abitativa e sociale, che possono essere causate dal mancato pagamento dell'affitto e dalla perdita della propria casa. Inoltre, il bonus affitto può sostenere l'economia del settore immobiliare e dell'edilizia, fornendo un incentivo per il mantenimento degli affitti e la costruzione di nuove abitazioni.

Insomma, si tratta di una misura davvero importante e delicata, spesso modificata nel corso degli anni e da non confondere con altre misure analoghe ma rivolte ad altre platee. Scopriamo insieme tutto quello che bisogna sapere su questa misura, con le novità introdotte per l'anno in corso, il 2023, e sulle altre misure relative all’affitto che invece si rivolgono alle famiglie, compreso il rimborso previsto solo in determinati casi.

 

Indice degli argomenti:

 

Quando esce il bonus affitto?

Il bonus affitto è stato rinnovato per il 2023 con la Legge di Bilancio varata il 29 dicembre 2022. Si tratta di una sostegno che quindi può essere attivato anche in quest'anno, con scadenza prevista il 31 dicembre 2023, salvo ulteriori novità in arrivo nei prossimi mesi. Un prolungamento necessario per fare in modo che tanti giovani italiani possano mantenere sostenersi in maniera più tranquilla anche in questo anno solare. 

Cos'è il bonus affitto 2023 giovani e chi può richiederlo?

Il bonus affitto 2023, come già previsto lo scorso anno, si rivolge in particolare alla platea dei giovani in difficoltà economiche. Possono infatti richiedere tale sostegno i ragazzi di età compresa tra i 20 e i 31 anni non compiuti, in possesso però di specifici requisiti non solo anagrafici.

Chi vuole richiedere il bonus deve avere ad esempio un reddito complessivo che non sia superiore ai 15.493,71 euro. Bisogna poi aver stipulato il contratto di locazione per un'intera unità immobiliare, e non solo per una parte di essa. Tale abitazione deve anche diventare la residenza principale dell'inquilino. Infine, il canone di affitto annuo non deve essere inferiore a una certa soglia. In particolare, tale soglia è stata fissatas a 991,60 euro. Considerato il costo medio degli affitti nelle città italiane, non si tratta comunque di una soglia irraggiungibile.

Restano esclusi dall'agevolazione alcuni immobili appartenenti a determinate categorie catastali, come quelli di categoria A/1, A/8 e A/9. Si tratta degli immobili di lusso, degli alloggi di edilizia residenziale pubblica e di quelli finalizzati a scopi turistici.

Bonus affitto 2023: come richiederlo

Abbiamo compreso quale sia l’utilità del bonus per l'affitto e a chi si rivolge, con particolare attenzione per la misura per i giovani. Ma cosa serve per poter richiedere tale sostegno? Bisogna inviare una richiesta ufficiale all'Agenzia delle Entrate durante la presentazione della dichiarazione dei redditi. In tale sede è necessario indicare i dati dell'immobile in cui si risiede, le informazioni relative al contratto e il valore del reddito annuo. Una volta effettuata tale richiesta è possibile ottenere il proprio bonus sotto forma di detrazione, come sconto sulle imposte IRPEF dovute o come importo a rimborso.

Quando scade la domanda del bonus affitto

Come abbiamo visto, il bonus affitto giovani 2023 è dunque una misura di sostegno che si rivolge ai giovani cittadini italiani tra i 20 e i 31 anni che abbiano difficoltà economiche e necessitino di un sostegno per poter riuscire a pagare l'affitto previsto dal proprio contratto di locazione. Ma entro quando si può effettuare la richiesta per ottenere la detrazione sotto forma di sconto sulle imposte IRPEF? La data di scadenza prevista dall'attuale Legge di Bilancio è il 31 dicembre 2023.

Che documenti servono per il bonus affitto

Sono pochi i documenti necessari per poter accedere al bonus affitto giovani e vanno presentati in fase di richiesta sul portale dell'Agenzia delle Entrate. In particolare si tratta dei dati dell'immobile che è, o diventerà, residenza del richiedente. A questi va aggiunta la dichiarazione dei redditi e il contratto di affitto che si è stipulato. Bastano solo questi documenti per poter ottenere il sostegno, se si rientra nella platea che ha diritto al bonus.

Bonus affitto 2023: i requisiti

Oltre al bonus affitto giovani, ovvero la misura di sostegno che abbiamo appena illustrato nei paragrafi precedenti, esiste un'altra misura finanziata dal Fondo di sostegno alla locazione e pensato per facilitare il pagamento del canone di locazione alle famiglie. 

Come abbiamo detto, il nuovo bonus affitto non può essere richiesto da tutti i cittadini, ma solo da quelli che rispettano determinati requisiti. In particolare, a prescindere dalle eventuali differenze che possono esserci tra Regione e Regione, chi richiede il bonus affitto:

non deve essere proprietario dell'alloggio nella Regione in cui si sta richiedendo il sostegno;

il richiedente deve essere inquilino di un immobile ubicato sul territorio italiano, adibito ad abitazione principale e locato a canone concordato o in regime di libera negoziazione, e quindi deve essere in possesso di un contratto d'affitto della durata di almeno sei mesi registrato regolarmente all'Agenzia delle Entrate;

non deve essere stato sottoposto ad alcuna procedura di sfratto;

deve avere un ISEE che non sia superiore a un determinato importo, che varia a seconda della Regione;

deve essere un cittadino italiano o un cittadino straniero in possesso di regolare permesso di soggiorno;

non deve avere alcuna residenza nel Comune in cui è collocato l'immobile che si vuole prendere in affitto;

non deve avere il possesso di altri immobili;

non deve aver sottoscritto un altro contratto d'affitto nel Comune in cui si presenta la domanda;

non deve essere assegnatario di una casa popolare.

Si precisa che i requisiti possono variare in base alle diverse iniziative regionali e comunali che integrano il bonus nazionale con misure a favore dei cittadini.

Esistono però altri requisiti che possono entrare in gioco e diventare preferenziali per poter ottenere il bonus, come l'aver perso il lavoro a seguito dell'emergenza sanitaria, il non aver ricevuto il rinnovo del contratto e l’aver dovuto cessare la propria attività per fronteggiare la crisi post pandemica.

Dopo aver visto i requisiti necessari per poter accedere a tale bonus affitto, cerchiamo di comprendere come funziona. Si tratta di una misura che ha un limite e dipende dalle risorse messe a disposizione dal legislatore e distribuite prima alle Regioni, poi ai Comuni, che hanno il compito di attuare i bandi di assegnazione. I requisiti, al di là di quelli che abbiamo visto, possono quindi variare da Comune a Comune, così come l'entità del sostegno previsti dal singolo caso.

Chi ha diritto al rimborso dell'affitto?

Il diritto al rimborso dell'affitto dipende dalle leggi del paese in cui si vive e dalle circostanze specifiche del caso. In generale, tuttavia, esistono alcune situazioni in cui una persona potrebbe avere diritto al rimborso dell'affitto:

se l'inquilino ha pagato l'affitto ma l'appartamento è stato dichiarato inagibile a causa di danni strutturali o problemi di salute e sicurezza, l'inquilino potrebbe avere diritto a un rimborso parziale o totale dell'affitto;

se il proprietario dell'appartamento non ha rispettato il contratto di locazione o le leggi sulla locazione e ciò ha causato danni all'inquilino, quest'ultimo potrebbe avere diritto a un rimborso dell'affitto;

se l'inquilino ha dovuto lasciare l'appartamento a causa di una situazione di emergenza, come un incendio o un'alluvione, l'inquilino potrebbe avere diritto a un rimborso dell'affitto per il periodo in cui non è stato in grado di utilizzare l'appartamento.

In ogni caso, è importante che l'inquilino conosca i propri diritti e le leggi locali sulla locazione per determinare se ha diritto a un rimborso dell'affitto.

Cos'è il contributo affitto 2023?

Oltre al bonus affitto giovani, al bonus per le famiglie e al rimborso esiste un'altra misura destinata ad aiutare le famiglie in difficoltà, e in particolare gli inquilini “vittime di morosità incolpevole”. Anche questo contributo viene erogato dallo Stato fino a esaurimento fondi e si rivolge alle famiglie che non riescono a pagare il canone di locazione della propria abitazione. 

Una misura che rientra nel Decreto anti-sfratti, diventato legge nel 2018, e che viene erogata grazie alle risorse, che sono state confermate anche con la Legge di Stabilità 2023, nell'ambito del Fondo morosità incolpevole attivo esclusivamente nei Comuni che presentano una tensione abitativa di un certo rilievo, e del Fondo nazionale sostegno all'accesso alle abitazioni in locazione, che garantisce un contributo economico corrispondente alla differenza tra il valore del canone di locazione tipo di un alloggio popolare e quello che viene pagato dall'inquilino in difficoltà che si rivolge al Comune per ottenere un rimborso.

Fermo restando che il bando per poter ottenere tale bonus è gestito autonomamente da ogni Comune, e che quindi è necessario informarsi presso gli enti locali per poter avere informazioni precise su come poter accedere, cerchiamo di scoprire a grandi linee in cosa consiste e quali sono i requisiti per poter ottenere questo tipo di contributo.

A chi spetta il contributo affitto 2023

Partiamo da un'informazione precisa. Per chi riceve il reddito di cittadinanza il contributo per l'affitto viene assorbito all'interno dell'assegno cui si ha già diritto, quindi non è necessario effettuare ulteriori richieste (e non si ha diritto a ricevere una somma maggiorata).

In generale, per poter accedere al Fondo morosità incolpevole sono necessarie cause gravi che impediscano effettivamente il pagamento del canone di locazione. Si tratta di eventi che possono mettere effettivamente in difficoltà una famiglia, impedendo oggettivamente il pagamento regolare dell'affitto, a partire dalla perdita, totale o parziale, del reddito familiare. Queste le cause gravi previste dalla legge:

licenziamento;

riduzione dell'orario di lavoro, con conseguente abbassamento del salario;

messa in Cassa integrazione;

contratto a tempo determinato portato a scadenza senza ulteriore rinnovo;

cessazione dell'attività lavorativa per cause che non dipendano dalla propria volontà;

infortunio o decesso di un componente familiare che concorra al reddito del nucleo.

Se si rientra in una di quelle casistiche, prima di poter fare domanda è necessario comunque possedere altri requisiti. Innanzitutto è necessario avere un reddito ISEE che sia al di sotto della soglia dei 26mila euro all'anno;  non bisogna essere in possesso di un altro immobile nella stessa area di residenza di cui si potrebbe usufruire come abitazione principale; è necessario poi che il richiedente sia in possesso dell'atto di convalida di sfratto per morosità e che abbia regolarmente registrato il contratto d'affitto; inoltre deve risultare residente nell'abitazione in questione da almeno un anno e deve essere residente in Italia o in un altro paese della Comunità europea, oppure deve essere un cittadino straniero in possesso di regolare permesso di soggiorno.

A questi requisiti vanno aggiunti alcuni criteri preferenziali, riservati ai nuclei familiari in cui sia presente almeno un minore, una persona con più di settanta anni o un invalido almeno al 74%. Viene inoltre data priorità agli inquilini morosi che riescono a stipulare un nuovo contratto di locazione pur essendo sotto sfratto esecutivo. 

Restano invece esclusi dal contributo gli inquilini che abitano in immobili di lusso o rientranti nelle categorie catastali A/1, A/8 e A/9.

Come funziona il contributo per l'affitto

Dopo aver visto cos'è e quali sono i requisiti di accesso, vediamo adesso come funziona il contributo erogato dal Fondo morosità incolpevole. Se viene richiesto da un inquilino il cui proprietario ritira la procedura di sfratto, il Fondo eroga un contributo equivalente alla morosità pregressa fino a un massimo di 8mila euro.

Se il proprietario dell'immobile invece non accetta di ritirare la procedura di sfratto e prosegue per questa strada, il contributo paga i mesi interessati dal differimento, con un minimo di sei mesi più tre di morosità pregressa.

Infine, se l'inquilino moroso che ha richiesto un contributo riesce a stipulare un nuovo contratto di locazione per un'abitazione diversa rispetto a quella da cui è stato sfrattato, il contributo sarà uguale a un trimestre di affitto del nuovo immobile.

Diverso il caso del rimborso affitto gestito invece dal Comune. In questo caso, infatti, all'inquilino moroso spetta la differenza tra il canone di locazione standard di un alloggio popolare e quello dell'immobile oggetto dello sfratto. I requisiti sono gli stessi già analizzati in precedenza.

Come richiedere il contributo affitto 2023

Abbiamo visto a grandi linee a quanto ammonta il contributo per le famiglie in difficoltà. Ma come si fa a effettuare richiesta di aiuto? È necessario recarsi presso il Comune di residenza per permettere la verifica dei requisiti richiesti per ottenere il contributo, le risorse ancora disponibili e l'esistenza di bandi aperti. 

In generale, i documenti necessari per poter effettuare la richiesta, pur potendo variare da Comune a Comune, sono comunque i seguenti:

ISEE;

copia del contratto di locazione regolarmente registrato;

copia dell'ultima registrazione annuale del contratto di locazione o della cedolare secca;

documento d'identità in corso di validità.

Quanto costano gli affitti in Italia?

La necessità di bonus a sostegno degli affitti deriva anche dal costo, non basso, degli affitti nel nostro paese. Il costo medio degli affitti in Italia varia molto a seconda della città e della zona in cui si trova l'abitazione. In generale, le grandi città e le zone centrali sono quelle in cui gli affitti sono più alti, mentre le zone periferiche e le città più piccole tendono ad avere costi dell'affitto più contenuti.

Secondo i dati dell'Osservatorio del Mercato Immobiliare dell'Agenzia delle Entrate relativi al quarto trimestre del 2022, il costo medio degli affitti in Italia è di circa 15 euro al metro quadro al mese per le città superiori ai 250mila abitanti. Per i comuni più piccoli il costo scende a meno di 10 euro. Tuttavia, come accennato, il costo dell'affitto può variare notevolmente in base alla città e alla zona in cui si trova l'abitazione. Ad esempio, secondo gli stessi dati dell'Osservatorio dell'Agenzia delle Entrate, il costo medio degli affitti nelle principali città italiane è il seguente:

20,40 euro al metro quadro al mese nel comune di Milano;

14,50 euro al metro quadro al mese nel comune di Roma;

17,50 euro al metro quadro al mese nel comune di Firenze;

16,90 euro al metro quadro al mese nel comune di Bologna;

12,30 euro al metro quadro al mese nel comune di Napoli.

Naturalmente, questi sono solo alcuni esempi e il costo degli affitti può variare notevolmente anche all'interno della stessa città o zona, in base alle caratteristiche dell'immobile, alla sua posizione e ad altri fattori.

Proprio per queste ragioni in Italia un sostegno agli affitti è considerato necessario, dal momento che molte famiglie e giovani italiani, considerando anche i salari non sempre elevati, faticano a poter pagare un affitto, soprattutto nelle grandi città.

Il costo degli affitti può essere particolarmente elevato nelle metropoli e nelle zone centrali, rendendo difficile per molte persone trovare una sistemazione adeguata. Tuttavia, essendo l’offerta di lavoro solitamente accentrata proprio nelle grandi città, difficilmente le famiglie possono accettare di buon grado di optare per una soluzione più periferica.

Inoltre, in Italia esiste una forte disuguaglianza tra le diverse fasce della popolazione, con alcune famiglie e giovani che non hanno le risorse finanziarie necessarie per sostenere il costo dell'affitto e rischiano di cadere in situazioni di fragilità abitativa e sociale. Il bonus affitti è quindi considerato una misura di sostegno per garantire il diritto alla casa e prevenire situazioni di povertà e marginalità.

Perché il contributo per l'affitto può variare da Regione a Regione

Il bonus affitto in Italia è una misura nazionale  e quindi non varia da Regione a Regione. Tuttavia, è importante sottolineare che le modalità di erogazione del bonus affitto potrebbero differire leggermente a seconda delle Regioni e dei Comuni, in base alla loro organizzazione e alle specifiche esigenze locali. Ad esempio, potrebbero essere previsti dei requisiti aggiuntivi per accedere al bonus affitto, oppure potrebbero essere previsti degli importi massimi diversi rispetto a quelli previsti a livello nazionale.

Per questo motivo, è importante verificare le modalità di accesso e le specifiche condizioni del bonus affitto presso il proprio Comune di residenza o consultando le fonti ufficiali del governo italiano e dei ministeri competenti. Ad esempio, nel 2023 a Milano dovrebbe essere confermato a breve un nuovo bonus affitto da 250 euro al mese per un periodo di tre anni, cui possono accedere le famiglie cui nascerà un figlio entro l’anno solare e che hanno un reddito non superiore ai 30mila euro.

Ma quali sono le Regioni in cui potrebbe convenire vivere, per quanto riguarda il costo degli affitti? Stabilirlo con precisione è difficile. Tuttavia, in generale, si può dire che nelle Regioni del Sud Italia gli affitti tendono a essere meno costosi rispetto a quanto accade sia al Nord che al Centro.

Secondo i dati dell'Osservatorio del Mercato Immobiliare dell'Agenzia delle Entrate relativi al primo semestre del 2022, le Regioni italiane con il costo degli affitti medi più bassi sono la Sicilia, la Calabria e la Sardegna. Tuttavia, va precisato ancora una volta che questi sono solo dati medi e che il costo degli affitti può variare notevolmente all'interno delle stesse regioni, a seconda della città e della zona in cui si trova l'abitazione.

L'importanza del bonus affitti

Abbiamo visto come il bonus affitti rappresenti una misura importante e necessaria per sostenere le famiglie e i giovani italiani che faticano a pagare l'affitto della propria abitazione. Grazie a queste misure di sostegno molte persone possono infatti riuscire a vivere all'interno della propria casa anche in un momento di difficoltà contingente.

È importante infine sottolineare che questo tipo di sostegno non risolve tutti i problemi abitativi in Italia, ma rappresenta sicuramente un passo avanti per garantire il diritto alla casa e ridurre le disuguaglianze sociali. Ci si augura quindi che questa misura possa essere ulteriormente potenziata e migliorata nel tempo, per garantire sempre più il benessere e la dignità abitativa di tutti i cittadini italiani.

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