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Milan, l'incubo dei tifosi: derby-scudetto all'Inter? No, Lopetegui allenatore
Julen Lopetegui (foto Lapresse)

Milan, incubo scudetto Inter nel derby

Il derby forse più triste nella storia dei cuori rossoneri è pronto ad andare in scena: un Milan-Inter che, comunque finisca, non cambierà l'umore del popolo indiavolato. Perdere significherebbe consegnare ufficialmente lo scudetto numero 20 ai cugini nerazzurri, con la festa che partirà sotto gli occhi del pubblico milanista. Il pari sarebbe un brodino (dopo 5 stracittadine perse consecutivamente) che poco cambierebbe nel bilancio stagionale. E la vittoria contro i rivali di sempre, solitamente motivo di gioia, comunque non porterà grande sollievo in una tifoseria duramente provata dai risultati di queste settimane. L'obiettivo scudetto è sfumato da tempo (pur in un campionato che vede la squadra di Pioli tenere una media punti alta e la seconda posizione in classifica) e per giunta andrà all'Inter, la Coppa Italia evaporata quasi subito (quarti di finale contro l'Atalanta 1-2 a San Siro), la Champions League finita presto (terzi nel girone di ferro) e il sogno consolatorio di vincere l'Europa League si è infranto nel doppio confronto contro la Roma di De Rossi.

Da qui a fine maggio per chi ama il Milan sarà un piccolo calvario: conquistare matematicamente la qualificazione alla prossima Champions (manca quasi nulla) e chiudere secondi (con qualificazione alla prossima final-4 di Supercoppa Italiana) certo non sono traguardi che possono risollevare l'umore del tifo.

Milan, l'incubo dei tifosi: derby-scudetto all'Inter? No, Lopetegui (o Fonseca) allenatore

E se sui social si 'percepisce' (eufemismo) questo stato d'animo, sempre dalla lettura dei commenti sul web ne emerge un altro: l'ansia per la scelta del nuovo allenatore (Stefano Pioli verso l'addio, tra l'altro voci sul Napoli per lui).

Non è un segreto che il preferito dalla maggioranza sarebbe Antonio Conte (peraltro ancora libero e dunque ci sarebbe spazio per convincerlo alle nozze rossonere): una scelta che darebbe carica ed entusiasmo a tutto l'ambiente, sognando la riscossa nella prossima stagione e la rivincita nei confronti dell'Inter.

Thiago Motta (su cui la Juve è in prima fila se arriva il divorzio con Allegri) sarebbe un compromesso che molti accetterebbero di buon grado: allenatore emergente, carismatico, il cui lavoro con il Bologna è sotto gli occhi di tutti.

Destano preoccupazioni invece le voci sulle piste straniere. In primis Julian Lopetegui (per cui c'è il forte interesse del West Ham, proposta economica importante sul tavolo del tecnico spagnolo): bello il suo calcio alla guida della Spagna, buon lavoro alla guida del Wolverhampton, ma gli esoneri con Real Madrid e Porto, oltre a quello col Siviglia (dove ha comunque vinto una Europa League) non lasciano tranquilli i fans del Diavolo (su Twitter è spuntato l'hastag... #lopeteguiout). E non portano meno sollievo le voci su Fonseca, tecnico del Lille che ha già lavorato in Italia alla Roma.

Al momento comunque siamo a voci (tra le altre: da Sergio Conceição a Marcelo Gallardo all'ex rossonero Mark Van Bommel, passando per Xavi e la suggestione De Zerbi che però ha una clausola milionaria per uscire dal Brighton), rumor e idee di lavoro.

In queste ore Gerry Cardinale è a Milano e farà il punto con il suo team: l'ad Giorgio Furlani al dt Geoffrey Moncada, oltre a Zlatan Ibrahimovic sul futuro della squadra e della sua guida tecnica. Dopo aver ascoltato le idee di tutti, la sua parola sarà ovviamente quella decisiva sulla strada che prenderà il Milan nella successione a Stefano Pioli.

Al di là della scelta legata al nuovo mister, il numero uno di RedBird nelle scorse ore ha chiarito di avere piani ambiziosi per il suo Milan: "Sono appena arrivato e non ho alcuna intenzione di vendere, il mio obiettivo è costruire una realtà insieme solida e vincente - le parole del manager americano al Sole 24 ore -. La solidità e l’autonomia finanziaria sono condizioni necessarie per vincere in maniera sana le competizioni. Il Milan ha margini straordinari di crescita nella performance sportiva e margini enormi di miglioramento economico". E ancora: "Non ci sono colloqui con alcun investitore che possa ottenere il controllo o la governance del Milan. Penso di rimanere a Milano a lungo".





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